Il capolavoro architettonico

ANTONIO GASPARI

L’architetto Antonio Gaspari (10 aprile 1656 – 29 aprile 1723) è nato e vissuto a Venezia dove si è confrontato con le opere di Andrea Palladio (1508-1580), di Jacopo Sansovino (1486-1570) e di Baldassare Longhena (1598-1682) che molto probabilmente è stato il suo maestro.

Ha conosciuto e assimilato l’influsso delle architetture romane di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) e di Francesco Borromini (1599-1667), di Francesco da Volterra, Carlo Maderno e Carlo Rainaldi.

Lo troviamo nel 1681 a venticinque anni, collaboratore per i lavori di rifinitura della Basilica veneziana della Salute.

Per il Duomo di Este il Gaspari fu impegnato per 18 anni dal 1688 al 1705: venne ad Este parecchie volte e fu coinvolto anche nella costruzione della Chiesa della Salute e nella costruzione del Palazzo Ca’ Pesaro al Ponte della Torre.

Morì a Venezia il 29 aprile 1723 a 67 anni dopo mesi di febbre e malattia.

L’architettura centralizzata in forma ovale e i principi dell’architettura obliqua attirarono fortemente l’attenzione del Gaspari. Su questo argomento aveva scritto Sebastiano Serlio (1475-1554) nel “Quinto Libro sull’architettura”, ma tali innovazioni non erano gradite in ambiente veneziano: soltanto a Este il Gaspari è stato accolto con le sue idee innovative e ha avuto la libertà di applicare nel Duomo la pianta ovale e l’architettura obliqua.

Imprescindibile per la ricostruzione dell’opera del Gaspari è una serie cospicua di disegni di architettura (circa trecento conservati a Venezia al Museo Civico Correr), relativi a fabbriche veneziane e non, civili e religiose, che il Gaspari, fra il Sei e Settecento, progettò di ampliare o ristrutturare, spesso non riuscendo a portare a compimento le opere previste.

A Este il Gaspari ha lasciato il suo capolavoro nel Duomo di Santa Tecla e nello stesso tempo una dimostrazione della sua notevole capacità inventiva nel monumentale corpo centrale della Ca’ Pesaro che ora ospita il Centro Professionale di formazione “Manfredini” che si trova in direzione Ospedaletto Euganeo. Due opere insigni: una costruzione civile che doveva rappresentare la potenza economica e politica di una grande famiglia veneziana e un edificio sacro, unico nel suo genere, straordinario nel suo insieme unitario e negli innumerevoli dettagli architettonici, capace anche per questo di creare quello stupore della gratuità della bellezza che avvicina al sacro.