Sinodo Diocesano Contributi dalle Nostre Parrocchie
- IL BISOGNO DI SPIRTUALITA’: una ricerca vitale
- L’IDENTITA’ E I COMPITI DEI PRESBITERI
- LA CHIESA E GLI AMBITI DI VITA
- IL BISOGNO DI SPIRTUALITA’: una ricerca vitale
- L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI FEDELI LAICI
- LE PRIORITA’ PASTORALI
- LE PARROCCHIE E LO STILE EVANGELICO
- I giovani e le nuove generazioni
- L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI PRESBITERI
Tema: IL BISOGNO DI SPIRTUALITA’: una ricerca vitale
Prima proposta
Riscoprire la bellezza del vangelo che offre un senso per la vita e ci comunica che tutti siamo amati da Dio.
Tutta la comunità cristiana è coinvolta nel riscoprire la bellezza del vangelo che sempre ci comunica che tutti siamo amati da Dio.
Ognuno nel proprio ambiente di vita e nell’incontro con le persone è chiamato a comunicare a coloro che gli sono vicini la luce e la forza che trova nell’incontro con Gesù.
A piccoli gruppi e tra famiglie (per favorire relazioni fraterne di scambio e condivisione) la parrocchia si incontra per alcuni momenti di ascolto del Vangelo che aiutino a trovare il senso e il legame tra la vita quotidiana e la fede.
In parrocchia si creano momenti di ascolto e confronto per ritrovare senso e significati utili a motivare la vita di ogni credente. Si utilizzino vari linguaggi (musica, teatro, poesia, arte, percorsi in mezzo alla natura, pellegrinaggi), coinvolgendo il più possibile le varie realtà della parrocchia e del territorio (associazioni, sport, volontariato…).
Seconda proposta
Ascoltare le domande e i pensieri delle persone che si interrogano sulla vita e aiutarle a dare senso alle esperienze quotidiane.
Coloro che appartengono alla comunità parrocchiale (genitori, insegnanti, catechisti, educatori, allenatori, nonni) sono chiamanti a valorizzare le tante occasioni della vita quotidiana per mettersi in ascolto degli interrogativi delle persone.
A livello comunitario si attivino alcuni momenti di confronto con testimoni significativi o con le pagine del Vangelo, invitando a parteciparvi le persone con cui si è instaurata una buona relazione di ascolto e di confronto.
Si valorizzino anche la preziosità delle occasioni informali quali la visita agli anziani e ammalati e momenti di accompagnamento di coloro che hanno bisogno di aiuto.
Si crei un gruppo di persone preparate che si attivano per stimolare in alcune occasioni tutta la comunità a questo importante compito di creare relazioni positive di ascolto e condivisione con le persone che si incontrano nella vita quotidiana.
Terza proposta
Aiutare le persone a mettersi nei panni degli altri aprendosi al servizio e lottando contro ogni chiusura e indifferenza.
La parrocchia non può coltivare e proporre una spiritualità disincarnata, che propone e vive solo momenti rituali o celebrativi.
Per questo ogni credente è chiamato a farsi attento alle persone bisognose che vivono nel territorio o che incontra nella vita quotidiana. Si apre ad un ascolto delle varie situazioni di vita, evitando il giudizio immediato e cercando di capire come le persone possono essere aiutate.
Il sostegno può essere personale attraverso la crescita di un’amicizia fraterna o momenti semplici di servizio tra conoscenti e vicini di casa: oppure sarà necessario coinvolgere le varie realtà di volontariato e le istituzioni sociali del territorio.
Per una spiritualità che agisce dentro la realtà della vita degli uomini è importante attivare momenti di confronto con imprenditori, sindacati, realtà del territorio per riflettere e agire sulla qualità umana delle esperienze del lavoro e degli ambienti di vita, quali la scuola, la sanità, le aziende.
Moderatore: Ida Vezzù – Il gruppo è composto dalle signore Terza età dell’Azione Cattolica
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Tema: L’IDENTITA’ E I COMPITI DEI PRESBITERI: un ripensamento necessario
Proposta 1: IL PRETE DEVE ESSERE VICINO ALLA GENTE
Il prete, in particolare il parroco, deve cercare di essere vicino alla gente: alle famiglie, a chi soffre nel corpo e nello spirito; essere disponibile all’incontro. Deve essere capace di ascoltare, dimostrarsi aperto ad accogliere gli stati d’animo; non voler fare prediche o trovare conclusioni affrettate; dimostrarsi fidato e senza secondi fini; disposto per quanto può ad aiutare. La “visita annuale” alle famiglie (un tempo tradizionale) non va dismessa, rappresenta un’occasione per instaurare un rapporto (anche se può ricevere in qualche caso un rifiuto). Da parte dei partecipanti al gruppo, all’unanimità è ritenuta non adatta la prassi instauratasi da qualche anno in parrocchia di andare a visitare le case solo di chi lo richiede formalmente.
Proposta 2: IL PRETE DEVE RIMANERE RIFERIMENTO DI SPIRITUALITA’
In questo contesto globale di grandi mutazioni sociali e culturali, il ruolo del presbitero deve tornare all’essenzialità del suo ministero. Occorre che il presbitero sia liberato, per quanto possibile, dall’eccesso di pastoie burocratiche e amministrative: sia perché non vi è specificamente formato, sia perché questo sottrarrebbe energie e tempo al ministero. Deve perciò trovare il modo di usufruire della collaborazione di persone oneste e capaci, adatte a seguire i problemi giuridici ed amministrativi e tecnici. Non deve inoltre cedere alla tentazione di sentirsi un padre-padrone che cerca di condizionare in modo diretto, o con tortuose manovre, le questioni e le prassi scavalcando confronti utili e franchi. Va intrapresa la strada della collaborazione, della franchezza e della collaborazione con i laici (sulle valutazioni) che alza il livello della vocazione e dell’impegno laicale e crea il terreno per una fiducia reciproca.
Proposta 3: CONDIVISIONE PASTORALE
Si ritiene che la condivisione dell’azione pastorale tra presbiteri, diaconi e laici vada perseguita con convinzione e tenacia. Non può essere lasciato tutto in mano al prete concedendo agli altri qualche presenza in celebrazioni liturgiche, in caso di necessità o in grandi occasioni. Si debbono mettere a frutto le rispettive competenze ministeriali e pastorali in un’armonica e proficua collaborazione a pieno beneficio della comunità. Questo nel campo della liturgia, della catechesi, della carità, dell’assistenza ai malati e con la presenza nelle iniziative e nei luoghi di preevangelizzazione (come possono essere le attività sportive nei patronati e nei ricreatori). Va valorizzato in particolare il ruolo del diacono nel contesto pastorale, come uomo della “soglia”, per la particolare situazione in cui si trova ad operare in ambito sociale, civile, del lavoro e nell’esperienza della famiglia con tutta la sua complessità. Il presbitero e il diacono sono protagonisti di un agire pastorale che si integra per l’esperienza certamente diversa per contesto e spiritualità. Particolare attenzione va rivolta alla liturgia per renderla comprensibile e pienamente partecipata, in tutti i suoi aspetti. Occorre evitare il rischio di una catechesi senza evangelizzazione. Bisogna che vengano compresi i segni dei tempi e in essi saper operare con umiltà, solidarietà, tanto amore e alla luce del vangelo.
Il gruppo era formato da persone impegnate ecclesialmente e pronte a dare il loro contributo per una Chiesa più aperta in una società particolarmente complessa, che si sgancia dalla tradizione, e che tende ad essere egocentrica/egoistica. Non c’è stata fatica in quanto il dialogo è sempre stato franco e aperto.
Il Gruppo ha apprezzato questo percorso e colto il valore del Sinodo diocesano, ma per vari aspetti è sembrata un’iniziativa rivolta in special modo agli addetti ai lavori.
Il dialogo è sempre stato fluido, sereno e stimolante; quando si trattava di usare “Le schede di lavoro” si entrava in difficoltà in quanto queste erano sovrabbondanti e talora macchinose. Questo fatto comportava un rallentamento nel dialogo e difficoltà da parte di parecchi partecipanti.
Moderatore: diacono Gianni Costantini
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Tema: LA CHIESA E GLI AMBITI DI VITA: un legame costruttivo
Nel nostro gruppo è emersa la necessità di:
- un investimento formativo comune, unitario di consacrati ed operatori pastorali al fine di evitare la frammentazione e la replica di proposte simili, evitando una formazione distinta per ogni ufficio diocesano o associazioni parrocchiali (No ad una formazione diversificata fra presbiteri e laici perché le esigenze e le problematiche sono comuni);
- maggiore comunicazione fra clero e laici per definire insieme gli obiettivi e gli strumenti per l’attuazione degli obiettivi stessi: soprattutto a livello parrocchiale, si suggerisce una maggiore condivisione delle varie proposte per evitare che vengano recepite come calate dall’alto.
- Rendere maggiormente partecipi i laici che fanno parte degli organismi di comunione della parrocchia in modo che possano capire, partecipare, proporre, e attraverso un confronto, decidere per evitare che tali organismi abbiano solo un ruolo formale per il quale si prova un senso di inutilità e non siano a “rimorchio del parroco”, ma siano promotori di comunione attraverso relazioni personali, la condivisione di idee.
1 FORMAZIONE
CHI |
COSA |
COME |
QUANDO |
Laici e consacrati insieme | Corso di formazione unitario | Con particolare attenzione ai temi della persona e dei contesti di vita che si pensa possano essere oggetto di obiettivo. | Una volta l’anno, possibilmente all’inizio dell’anno pastorale |
Laici e consacrati | incontri di aggiornamento-comunicazione-informazione | Evitando di partecipare alle riunioni con relazione finale già predisposta. | sempre |
Volontari e formatori | Incontri di formazione aggiornamento per uno scambio di consegne | Incontri tra vecchi volontari e nuovi al fine di favorire uno scambio di conoscenze/ competenze e favorire l’ingresso di nuove persone negli organismi di comunione, nelle associazioni e nelle società sportive parrocchiali | Più volte l’anno |
2 LA MESSA È emersa la necessità di una nuova attenzione alla struttura della messa
CHI Chi sono i soggetti coinvolti |
COSA In cosa si concretizza la proposta? |
COME Con quali modalità si può attivare |
QUANDO Quando si può attivare? |
Celebrante e comunità | Riduzione dei tempi della Messa | Riducendo il tempo dell’omelia, magari anticipando il momento della riflessione a prima dell’inizio della Messa. In questo modo chi è interessato ad un approfondimento delle letture potrebbe godere di tempi maggiori che non influirebbero sulla durata della celebrazione. | Durante una messa della domenica |
Celebrante e comunità | Gruppi di animazione. | Più coinvolgente ed interattività con i fedeli | Sempre, riducendo il n delle messe per concentrare la partecipazione e l’animazione. |
3 MIGLIORARE INVESTIRE SULLA COMUNICAZIONE
CHI Chi sono i soggetti coinvolti |
COSA In cosa si concretizza la proposta? |
COME Con quali modalità si può attivare |
QUANDO Quando si può attivare? |
Responsabili delle varie associazioni della parrocchia, rappresentanti degli organismi di comunione. Incaricato del sito parrocchiale |
Scambi comunicativi | Incontri tra vari rappresentanti. Pubblicazione nel sito parrocchiale delle varie iniziative |
Incontri con cadenza trimestrale di informazione sulle attività, proposte/obiettivi che si stanno attuando |
4 FACILITARE L’AGGREGAZIONE FRA LE PERSONE
CHI Chi sono i soggetti coinvolti |
COSA In cosa si concretizza la proposta? |
COME Con quali modalità si può attivare |
QUANDO Quando si può attivare? |
Comunità parrocchiale
Chi desidera fare qualsiasi cosa per gli altri ma non è inserito in gruppi già strutturati Persone sole, separate/i, vedove/i |
Organizzazione di attività/iniziative (feste- gite- momenti aggregativi, pellegrinaggi)
Momenti aggregativi con lo scopo di organizzare eventi o la condivisione di interessi |
Comitato di volontari
Incontri |
Un paio di eventi l’anno
A seconda della disponibilità individuale |
Moderatore: Laura Cielo
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Tema: IL BISOGNO DI SPIRTUALITA’: una ricerca vitale
ASPETTO PRIORITARIO. La forza dell’ascolto
La parola della buona novella prende forza solo quando viene ascoltata: è necessario recuperare lo spirito contemplativo. Saper ascoltare il Vangelo, ma anche le altre persone, è fonte di ricchezza.
La spiritualità non è solo quella legata alla Liturgia: è necessario creare dei momenti anche al di fuori della messa. Il Vangelo è l’elemento essenziale di cui cibarsi per alimentare il proprio spirito; anche sostare e contemplare le meraviglie della Natura posso essere elementi utili.
Riflessioni su tale aspetto
CHI. È necessario coinvolgere i sacerdoti, i laici formati, le suore, i genitori per affrontare problemi specifici.
COSA. Esistono già molte proposte valide che è necessario pubblicizzare meglio attraverso i canali social come Facebook e Instagram.
COME. Utilizzare spazi diversi dalla chiesa per avvicinare i giovani che si sono allontanati.
Proporre anche esperienze nella natura, passeggiate, escursioni, che favoriscano la socializzazione e, partendo dalla contemplazione della natura, consentano di alimentare lo spirito.
QUANDO. Bisogna potenziare il periodo estivo quando la scuola è terminata, le associazioni sono ferme e gli impegni sono meno incalzanti.
Proposta 1
Incontri di spiritualità o di approfondimento sul Vangelo organizzati valorizzando le risorse presenti in parrocchia (ex-catechiste, animatori e capi scout non più in servizio attivo) e coinvolgendole in modo diretto. Si potrebbe formare un’equipe che coordina ed organizza gli incontri da differenziare in base all’età.
Gli incontri possono essere svolti in piccoli gruppi a casa di qualcuno o in forma più allargata in parrocchia invitando persone preparate e che sappiano coinvolgere ed affascinare.
Proposta 2
L’obiettivo è quello di creare “comunità” partendo dalla messa domenicale.
Durante la messa dovrebbe essere disponibile un servizio di baby-sitting per i bambini più piccoli in modo da consentire ai genitori di partecipare appieno alla celebrazione che dovrebbe comunque essere più “dinamica”: il prete dovrebbe mostrarsi più vicino ai fedeli con modalità e gesti semplici, come per esempio scendendo tra i banchi. Periodicamente poi dovrebbero esserci degli incontri dopo la messa che, in un clima di fratellanza e condivisione, consentano di coltivare la propria spiritualità e far crescere l’essere comunità.
Proposta 3
UNA PROPOSTA CONCRETA. Ritrovare la Parola in storie e letture che non sembrano direttamente connesse ad essa, ma che dentro di sé contengono la Parola.
CHI. Preparato da laici supportati da un sacerdote o da un teologo per la preparazione e la scelta dei brani e rivolto soprattutto ai ragazzi e ai giovani.
COSA. Ricerca del messaggio del Vangelo in letture “mondane” contemporanee da accostare ad un brano del Vangelo, per farlo apparire più vivo e mostrare che il messaggio è ancora attuale. Mettere in comunicazione due sfere della vita che sembrano spesso molto separate o addirittura in contrasto.
COME. Proporre dei punti di riflessione su di un brano di un’opera letteraria, possibilmente conosciuta, che contiene temi comuni a quelli del Vangelo. Lettura di un brano del Vangelo che si accosti quanto più possibile al brano scelto. Discussione finale e preghiera comunitaria.
QUANDO. L’attività rientra nei tempi di una riunione serale o di uno spazio pre-cena, eventualmente seguito da un aperitivo. Non necessita di spazi particolari se non di quelli necessari ad accogliere le persone. Una possibilità in più sarebbe quella di cambiare luogo di volta in volta ispirandosi, se possibile, al brano letto.
Coordinatore: Massimiliano Maron
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Tema: L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI FEDELI LAICI: la consapevolezza della dignità battesimale
RELAZIONE FINALE E PROPOSTE
Il gruppo ha riflettuto molto sul significato della Dignità Battesimale arrivando a dire che il Battezzato in quanto tale dovrebbe avere già in sé tutte le capacità per testimoniare la parola di Dio, eppure si sente molto la necessità di migliorare il proprio modo di essere cristiani, di essere capaci di fare la differenza nei vari ambiti di vita.
Si sente la necessità di aumentare la disponibilità o meglio il numero delle persone disponibili a mettersi al servizio.
Ciò che serve dunque è attrezzarci, comporre la cassetta degli attrezzi per agire da Battezzati secondo il modello contemplativo di Maria, capace di capire la realtà, capire ciò che serve e mettere in moto l’azione per arrivare al compimento.
Concretamente le proposte
Coinvolgere le giovani coppie/famiglie che vengano a chiedere il battesimo in un percorso che non finisca con il Sacramento ma crei una rete di conoscenza, scambio e crescita vicendevole in Parrocchia
Guardando al tanto Bene già fatto, migliorare in Parrocchia la comunicazione in modo che più persone possibili vengano a conoscenza delle tante iniziative, degli incontri, delle possibilità di dare aiuto o di chiederlo. Oltre al notiziario settimanale potrebbe essere preparato un altro foglio mensile in cui approfondire questi temi. In questo potrebbero essere coinvolti i giovani che potrebbero mettere a frutto le loro abilità tecnologiche in ambito comunicativo. Si pensa ad esempio anche ai tanti giovani presenti ogni giorno nelle aule studio del nostro Patronato, forse qualcuno potrebbe accettare di essere coinvolto.
Curare maggiormente la Liturgia, sia nelle celebrazioni festive e prefestive ( esempio, dal microfono dire sempre la pagina del canto che si sta per iniziare in modo che i fedeli possano seguire) sia nelle celebrazioni particolari. Nei funerali, dove spesso partecipano molte persone che non vengono in Chiesa normalmente, curare la scelta delle letture e dei canti laddove non siano i familiari stessi ad occuparsene, ma anche soffermarsi ed addirittura spiegare il senso dei riti anche per rimarcare la speranza di vita eterna. Promuovere quindi la creazione di un vero e proprio gruppo Liturgico in Parrocchia.
Se possibile offrire a chi non desidera comunicarsi durante la Messa, la benedizione personale.
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Il bilancio dei tre incontri è senz’altro positivo a detta di tutti i partecipanti specialmente dal punto di vista della relazione tra di noi. Il tema era troppo vasto. In ogni caso ci abbiamo provato e speriamo possa essere utile.
In gruppo è stato evidenziato come sia un peccato adesso mettere in un cassetto il sussidio che ci è stato fornito “Strumento di lavoro” perchè, se pur con un linguaggio non sempre facilissimo, presenta spunti ed approfondimenti molto interessanti che magari sarebbe utile discutere nelle varie realtà presenti in parrocchia.
Sia l’esperienza di quest’anno che quella dell’anno scorso con i gruppi di dialogo sono state molto ricche e stimolanti. Ho apprezzato i momenti di formazione diocesani per noi moderatori, la possibilità di prepararmi adeguatamente agli incontri e vedere concretizzato il lavoro nella guida degli incontri e nel dialogo con i partecipanti al gruppo.
E’ stato più difficile quest’anno coinvolgere le persone, recepire la necessità di questo nuovo momento. Il metodo proposto è in se stesso molto valido ed è stato utile apprenderlo ma non così semplice applicarlo.
Alla fine del percorso tutti sono stati molto contenti di aver partecipato soprattutto per aver trovato uno spazio di scambio e condivisione. Credo rimanga la coscienza di esserci impegnati in qualcosa di importante e di aver potuto dare anche un piccolo contributo al Sinodo diocesano.
C’è in tutti una grande curiosità e attesa su come questo si potrà realizzare; su quale e quando possa esser il ritorno tangibile nella nostra vita.
Moderatore: Roberta Petracin
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TEMA: LE PRIORITA’ PASTORALI: L’ANNUNCIO AL CENTRO
NECESSITA’ DI MAGGIORE DIALOGO CON LE PERSONE LONTANE DALLA PRATICA RELIGIOSA
Per recuperare il dialogo con le persone lontane occorre riprendere temi della vita reale, sociali ed etici, cercando di interpretarli alla luce del Vangelo, senza però preconcetti di autoreferenzialità e soprattutto accettando il contradittorio. Per favorire il primo approccio si può puntare su incontri ad hoc che possono essere attivati da Associazioni parrocchiali, quali Caritas, Scout, Azione Cattolica, Sport, Grest, Catechisti, ecc. e inoltre si potrebbero sfruttare i momenti ricreativi, ludici e culturali (quali festeggiamenti, manifestazioni musicali, ecc.) che si svolgono sempre in Parrocchia. Questi momenti d’incontro, potrebbero coinvolgere come testimoni o relatori, figure di riferimento sociale, lavorativo, formativo anche non confessionali, che favoriscano il confronto sulle suddette tematiche, in relazione all’essere cristiani. In tale fase è necessaria la presenza dei presbiteri agli incontri e favoriscano il coinvolgimento di quanti quotidianamente incontrano (attraverso benedizione delle case, incontri occasionali e quant’altro).
NECESSITA’ DI ACCOGLIERE E INCLUDERE I LONTANI CHE MOSTRANO UNA PROPENSIONE ALL’AVVICINARSI ALLE PROPOSTE RELIGIOSE
Aprire le porte all’accoglienza e inclusione vuol dire fare il primo passo verso coloro che si sono allontanati dalla frequentazione cristiana e per farlo potrebbe essere di grande aiuto l’essere trasparenti e disposti a mettersi in gioco totalmente. Un modo potrebbe essere quello di rendere pubblica, anche se solo come uditori, la partecipazione a qualche Consiglio Pastorale, e Direttivi delle Associazioni, dimostrando che la Parrocchia vuole essere una “casa di vetro” nel proprio modo di agire. Approfittare magari di argomenti da trattare che contemplino formazione cristiana, problematiche caritative importanti verso i meno fortunati, problematiche Sociali ed etiche (del lavoro, della scuola, della famiglia, ecc.), ed economiche della Parrocchia.
NECESSITA’ DI AUMENTARE LA VISIBILITA’ DELLE ATTIVITA DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE
Occorre dare maggiore attenzione alla comunicazione, alla sua trasparenza e veridicità. Troppo spesso le informazioni sulla realtà pastorale (fede e Carità), Associazioni, gestione economica e quant’altro sono frammentarie e per sentito dire. Tali informazioni se curate e diffuse potrebbero essere il vero motore aggregativo della Parrocchia. Per dare riscontro a ciò c’è sicuramente la necessità di amplificare l’uso dei Social, ma per arrivare a informare molte più persone è necessario utilizzare ancora i mezzi tradizionali, quali: bacheche (non solo quelle esposte in prossimità di Chiese o Patronati, ma anche quelle pubbliche a disposizione); inoltre si dovrebbe predisporre un opuscolo illustrativo, la cui cadenza deve essere commisurata all’ampiezza delle attività parrocchiali, che informi sulla vivacità missionaria della Parrocchia in termini di proposte e realizzazione delle stesse. La distribuzione di tale opuscolo perché lo stesso diventi informativamente efficace dovrebbe essere capillare (porta a porta).
Le tre proposte del mio Gruppo di Discernimento della Parrocchia Santa Tecla di Este.
Inviate all’Assemblea del Sinodo Diocesano in data 28 dicembre 2022.
Moderatore: Titti Silvan
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TEMA: LE PARROCCHIE E LO STILE EVANGELICO: una casa fraterna e ospitale
Gruppo Vicariale
1 proposta: CHIESA ATTIVA
È necessario che con urgenza, da subito, ogni battezzato lasci ogni forma di dogmatismo e moralismo come pure i luoghi tradizionali (quali gli spazi parrocchiali) per andare negli ambienti di vita quotidiana, conoscere ed ascoltare le altre persone con empatia e promuovere un’autentica integrazione.
A tal fine si può promuovere nei singoli battezzati:
- la disponibilità a spendersi in associazioni o istituzioni del territorio che operano per il bene del prossimo diventando fermento di bene;
- la disponibilità ad incontrare gli altri in ambienti informali (es.: buon vicinato) ponendo attenzione ai bisogni – non solo materiali – di ciascuno.
2 proposta PRIORITA’ PASTORALI
È importante che laici e parroci si impegnino nel discernimento e nella corresponsabilità al fine di individuare gli ambiti della pastorale in cui investire e attenzioni utili allo snellimento del carico gestionale finora affidato prevalentemente al parroco.
Allo scopo può essere utile che:
- ogni parrocchia o gruppo di parrocchie, i parroci e i laici negli organismi di comunione (Consiglio Pastorale Parrocchiale e Consiglio Parrocchiale per la Gestione Economica) ripensino i compiti e ruoli necessari per un autentico servizio pastorale, individuando mansioni precise da distribuire alle persone più competenti della comunità. In particolare si cerchino le modalità più opportune per snellire il carico amministrativo affidato ai preti, perché sia seguito da laici;
- si promuova una redistribuzione territoriale/zonale dei compiti gestionali affidandoli a figure competenti (es. sistema di studi associati di professionisti che – dietro compenso – accentrano cura delle strutture, amministrazione, bilancio, assistenza legale);
- la Chiesa di Padova presenti nelle sedi appropriate l’istanza di modifica delle norme di diritto canonico inerenti la rappresentanza legale affidata esclusivamente al parroco.
3 proposta IDENTITA’ CRISTIANA
È fondamentale promuovere la consapevolezza della vocazione cristiana e i valori spirituali in tutti i membri della comunità cristiana.
Tra questi individuiamo due priorità: la comunità eucaristica domenicale e gli operatori pastorali con i ministri ordinati.
La celebrazione eucaristica domenicale sia effettivo momento di incontro e relazione dei vari membri della comunità. La celebrazione esprima la partecipazione di tutti nei vari momenti e compiti che la liturgia già prevede (accoglienza inizio e fine, lettori, cantori, ecc.).
Alcune attenzioni possono essere:
- il consiglio pastorale parrocchiale riconsideri il numero delle messe per favorire l’effettivo incontrarsi della comunità;
- alcuni membri della comunità insieme al presbitero – se possibile – curino l’accoglienza e il saluto alle porte;
- la liturgia sia curata e partecipata dalla comunità.
Il consiglio pastorale parrocchiale preveda per gli operatori pastorali e i ministri ordinati momenti di incontro e confronto a partire dalle Scritture (o dal Magistero) per condividere la propria vita, lasciare che la Parola illumini per scoprire insieme il modo per testimoniare il vangelo nella vita quotidiana.
Si cerchino anche possibilità di dialogo e confronto con gruppi religiosi di altre confessioni (a partire da quelle cristiane) presenti sul territorio.
Gruppo vicariale-zonale Bassa Padovana
Moderatore: Lara Ninello
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Tema: I giovani e le nuove generazioni
PRIMA PROPOSTA: ASCOLTARE E STARE CON I GIOVANI, PARTENDO DA QUELLO CHE LORO VIVONO E DAI LUOGHI CHE ABITANO, MATERIALI E IMMATERIALI ( giochi, musica, social…)
I preti e i laici delle nostre parrocchie sono chiamati a mettersi in comunicazione con i giovani attraverso un dialogo attivo e una buona capacità di empatia, evitando di giudicare e imporre delle regole. Il confronto con i giovani deve essere aperto, dialogando insieme sulle scelte che ogni giovane è chiamato a compiere, sapendo proporre in alcuni momenti sentieri nuovi di incontro con il Vangelo di Gesù.
Questo dialogo può essere attivato all’inizio attraverso momenti informali, che richiedono tempo e dedizione. Soltanto in un secondo momento ci sarà la possibilità di proporre momenti di gruppo o percorsi associativi.
Coloro che nella comunità si dedicano all’incontro con i giovani devono prepararsi attraverso un percorso di formazione di circa un anno confrontandosi con sociologi e psicologi; è importante anche imparare conoscere lo stile e il linguaggio dei giovani per attivare una buona comunicazione.
A tal fine ci sembra opportuno recuperare tutto il lavoro svolto per il Sinodo dei giovani e i suggerimenti ricevuti da quella esperienza.
SECONDA PROPOSTA: ACCOMPAGNARE I GIOVANI A TU PER TU, CON UN ATTEGGIMENTO DI ASCOLTO
La comunità educante della parrocchia (formata da preti, diaconi, laici, catechisti e insegnati di religione) si mette in ascolto empatico dei giovani del proprio territorio in modo da attivare una prima conoscenza dei giovani.
L’atteggiamento principale con cui si incontrano i giovani è quello di un ascolto empatico, attivo, libero, disponibile che apre alla fiducia.
Può essere importante la conoscenza dei nuovi strumenti di comunicazione per attivare un primo contatto con i giovani, attivando da subito un rapporto orientato alla relazione personale che sarà attivata un po’ alla volta. Successivamente non manchino provocazioni capaci di risvegliare nei giovani le domande di senso e la ricerca della spiritualità.
A livello zonale o diocesano si attivino percorsi di formazione per la preparazione di operatori del dialogo e adulti significativi, capaci di stare con i giovani e attenti ai problemi che vivono ogni giorno. Questo percorso è importante che abbia la funzione di monitorare le esperienze di incontro che si attivano un po’ alla volta con i giovani del territorio e dare nuovi stimoli agli adulti significativi che si mettono in dialogo con i giovani in modo da sentirsi sostenuti e aiutati nel loro compito di accompagnatori.
TERZA PROPOSTA: ESSERE TESTIMONI E PROPORRE IL PRIMO ANNUNCIO COMUNICANDO LA BELLEZZA DEL VANGELO E DI GESU’ CRISTO
Tutta la comunità, in particolare i preti, gli adulti e i giovani educatori, si attivano per vivere momenti di incontro con i giovani della parrocchia. Si possono proporre esperienze di servizio e di volontariato, momenti di fraternità e di vita comunitaria favorevoli ad instaurare un dialogo sincero e profondo con i singoli giovani. In queste esperienze è importante che i giovani incontrino delle persone che siano disponibili a una relazione di qualità evitando moralismi e un atteggiamento giudicante.
Durante queste esperienze sarà possibile proporre momenti di preghiera, in ascolto della Parola di Dio e aiutando i giovani ad incontrare la persona di Gesù e il suo vangelo.
Per attivare questi percorsi si avviino momenti di formazione per gli operatori della parrocchia che desiderano dedicare tempo ed energia per la crescita umana e spirituale dei giovani.
Gruppo preti del vicariato periodo ottobre e novembre 2022
moderatore: don Franco Rimano
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Tema: L’IDENTITÀ E I COMPITI DEI PRESBITERI – un ripensamento necessario
1. Porposta: Ogni presbitero abbia una fraternità presbiterale di riferimento.
Ci sembra importante che ogni prete si senta inserito in una fraternità, di modo che nessuno si senta solo e isolato. La fraternità potrà avere modalità diverse di espressione (la vita comune in una canonica; la condivisione della progettualità pastorale; la condivisione di alcuni momenti di preghiera e formazione; la messa in comune di alcuni servizi, come pasti e lavanderia). Ci sembra importante non irrigidire in un unico modello le forme possibili di fraternità presbiterale ma di lasciarle all’elaborazione dei preti coinvolti. La strada da percorrere è quella delle sperimentazioni: sperimentare varie modalità di fraternità, non in modo estemporaneo ma anche attraverso alcune linee di progetto.
Va ribadito che la fraternità è un sostegno per l’esercizio del ministero, quindi sono fraternità pensate per la missione, per favorire l’impegno e la dedizione pastorale.
Le nomine del Vescovo possibilmente favoriscano l’avvio di queste sperimentazioni.
2. Proposta: Andare all’essenziale: l’evangelizzazione.
Ci sembra importante che la vita dei preti si concentri maggiormente, in questo tempo in cui la fede non si trasmette più per osmosi sull’azione di evangelizzazione. L’evangelizzazione non va standardizzata e omogeneizzata, ma risponde alle esigenze e necessità dei vari territori diocesani, molto diversi tra loro. Ha bisogno quindi di entrare in dialogo con le domande che nascono nelle varie parrocchie e territori. Rispetto a questo vanno favorite forme di sperimentazione: per creare comunità adatte all’evangelizzazione, comunità che rendano ancora accessibile il Vangelo a tutti. Ci sembra importante che una competenza specifica del prete sia quella della Parola di Dio, quindi una solida preparazione biblica, unita alla capacità di comunicarla. E poi che il prete sia uomo di relazioni, capace di un ascolto sapiente e di vicinanza.
3. Proposta: Identità, ruolo e servizio del presbitero.
Ci sembra importante ribadire e ricalibrare la figura del presbitero partendo dalla sua identità che va ricercata e definita maggiormente a partire dall’oggi. Un’identità ben compresa contribuisce a far emergere il ruolo che il presbitero assume nella comunità e per la comunità cristiana. Il ruolo è da distinguere con l’autorità che spesso identifica un ordine gerarchico piuttosto che esprimere un servizio che parte dal Vangelo.
È necessario riscoprire la “fraternità” intesa come fratellanza tra preti che non sia basata su incarichi e gerarchie ma di ascolto reciproco e condivisione. Si potrebbe delineare un distinguo tra responsabilità “legale” che è legata ad un incarico e “pastorale” che è legata al Vangelo.
Il gruppo era composto da una decina di preti cinquantenni di varie parti della diocesi.
Moderatore: don Franco Rimano – don Leopoldo Voltan
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